Esattamente un anno dopo il 26 Ottobre 2016, nella sede del CAI di Roma, finalmente il racconto e le foto di questo straordinario viaggio che ha emozionato la numerosa platea di amici e parenti, montanari e non, in omaggio a questi 3 fortissimi ma poco visibili, perché non Social, Escursionisti/Appenninisti/Alpinisti della nostra realtà.
Fra i vari Appenninisti che conosco presenti fra il pubblico altri 2 Grandissimi Appenninisti Flavio Dente e Marco Sances insieme alla Grande Appenninista Antonella Antonica ed Eugenio Occulto oltre a Paola Colizza (160 Cime).
Si ringrazia la Commissione Cultura e Manifestazioni del CAI di Roma per aver organizzato questo primo dei racconti di Alta Quota dimostrando che si può fare grande montagna anche dando spazio a persone che con la loro esperienza di Appennino sono stati capaci di arrivare a realizzare salite di notevole spessore.
“ L’Island Peak è inserito sulle pendici meridionali dell’immensa catena del Khumbu Himal, la regione del Solu-Khumbu comprende due zone geograficamente assai differenti: a sud-ovest il Solu e a nord-est il Khumbu, quasi interamente compreso nel Parco Nazionale del Sagarmatha (Madre degli Dei), nome che ha per i locali la montagna più alta del mondo, l’Everest.
La regione ha sempre esercitato un forte fascino su esploratori, alpinisti e amanti dell’avventura, per le alte montagne e per essere la regione degli Sherpa, celeberrimi per la loro ospitalità nei villaggi, abbarbicati a quattromila metri di quota, per la loro resistenza alle alte quote.
Se a Namche Bazar si ritrova l’atmosfera un po’ caotica di Kathmandu, a Tengboche prevale il misticismo: in uno dei luoghi più belli e sacri del mondo vi è uno dei monasteri buddisti più ricchi di storia e di tradizioni.
L’itinerario si è completato raggiungendo con la salita al Kala Pattar, 5545 metri, una suggestiva visione d’insieme della regione “.
Claudio,Giorgio e Sara hanno inoltre realizzato tale ascesa in 14 giorni, rispetto ai 17 preventivati normalmente per tale salita, a dimostrazione della loro preparazione spirituale e fisica.
Fra le mie foto scattate durante la serata troverete i dettagli precisi dei 14 giorni per tutti coloro che vogliono sapere di più su questa ascesa.
Ma come sempre il mio articolo si vuole soffermare più specificatamente sul lato meno conosciuto di questi 3 Grandissimi Appenninisti.
Giorgio Giua è stato uno dei primi Grandissimi Appenninisti (2° in classifica degli iscritti nell’Albo) raggiungendo questo traguardo il 18 Agosto del 2012 ricevendo lo Scudetto alla Quarta Serata Sociale del Club 2000m del 1 Dicembre 2012 svoltasi guarda caso proprio presso il CAI di Roma come si potrà vedere dalle mie foto allegate.
Nonostante la Sua grandissima esperienza si è dimostrato un escursionista ed alpinista diverso da quelli " con la puzza sotto al naso " ma si è prestato subito al “ serio gioco collezionistico delle Cime Appenniniche “ coinvolgendo anche la moglie Sara Pietrangeli ed adesso anche il piccolo Flavio.
Come ho scritto già in un mio precedente articolo, Giorgio Giua (anche e soprattutto sci-alpinista) ha realizzato talmente tante ascese alpinistiche ed escursionistiche fra Appennini, Alpi, Dolomiti e all’estero che non basterebbe una vita per raccontarle tutte.
Di quegli uomini della " vecchia " generazione che non amano apparire e che sono diventati Social solo ora, loro malgrado, per rimanere in contatto con gli amici più spesso condividendo le reciproche esperienze.
Per me Giorgio GIUA è sempre stato un MITO !!!
Mi ricordo anni fa, durante le prime cene organizzate dal Club 2000m oppure dal CAI di Roma, tentavo di tutto per cercare di stare al suo fianco (non riuscendoci mai) affinché mi potesse raccontare tutte le sue incredibili avventure.
Solo ora, dopo tanti anni, sono riuscito a godere della sua amicizia e fiducia e quando questa estate mi ha invitato a salire con Lui, per guidarmi su alcune Cime Alpinistiche del Gran Sasso che mi mancavano, mi sono emozionato per tanto onore.
D'altronde è difficile dire in quale sport Giorgio non si è distinto in questi anni per non parlare delle 221 Cime Appenniniche raggiunte anche in ambiente innevato record difficile da battere per molti.
Divertente è stato il racconto di Giorgio sugli aspetti meno nobili di questa salita in Nepal quali il freddo soprattutto di notte in tenda e le problematiche dell’altitudine anche per i bisogni più comuni a dimostrazione della sua modestia.
Sara Pietrangeli, moglie di Giorgio Giua (forse non poteva essere diversamente) ha dimostrato le sue grandi capacità essendo stata la prima Donna a raggiungere Tutte le 261 Cime dell’Appennino comprese quelle alpinistiche.
Le poche persone che hanno la possibilità di conoscerla un pochino di più, essendo Lei molto riservata, non rimangono stupite di tale forza che ha ribadito raggiungendo questa Cima in Nepal senza nessun problema di alcuna natura.
Dai racconti riservati che mi hanno donato, sia i genitori che il fratello, ho saputo che Sara è sempre stata così decisa fin da piccola.
Successivamente importanti scelte di vita fatte in gioventù e poi come donna hanno confermato la sua tenacia.
Sara Pietrangeli è diventata Grandissima Appenninista il 25 Giugno 2016 (3° in classifica nell’Albo) ed è stata premiata durante la Serata Sociale del Club 2000m realizzata a Roma il 3 Dicembre 2016.
E’ stata proprio Sara, che ha condotto la Serata del viaggio in Nepal, ad illustrare tutte le foto rispondendo anche alla domande dei presenti e cercando in contemporanea di tenere a bada il piccolo figlio già molto attivo (ma da cotanti genitori anche in questo caso non poteva essere diversamente).
Ripresento qui le Sue parole dedicate a tutti gli Appenninisti ma soprattutto alle Donne che vanno in montagna: “ in un mondo al maschile come quello della montagna non mi ha mai stupito che il Club 2000m sia stata un’intuizione maschile (così è stato anche per il Club 4000m).
Una bella intuizione, da qualcuno derisa ma per preconcetto a mio avviso o parziale valutazione di alcune vostre scelte.
A voi sono da riconoscere i risultati fin qui raggiunti nella promozione della conoscenza dell’Appennino e nella creazione di una sorta di identità appenninica per tutti i frequentatori delle Cime d’Appennino, dal Tosco Emiliano al Pollino.
Mi auguro che il Club possa essere longevo e consolidare la sua natura, anche a tutela dello stesso Appennino ma spero che ci saranno sempre più appassionate Donne Appenniniste in giro per l’Italia e soprattutto che cresca la consapevolezza di tutte delle proprie capacità “.
Claudio Cristofari essendo il Capo Spedizione doveva essere citato per primo ma, come anche durante la serata stessa del CAI di Roma, si è mantenuto a latere lasciando volutamente spazio ai racconti di Giorgio e Sara un pò perché, mi ha detto, è nel suo carattere un pò perché questo viaggio nasceva come “ Viaggio di nozze “ proprio di Giorgio e Sara.
Claudio ha sorpreso tutti quando alla fine della serata ha consegnato ai partecipanti un raro attestato emesso per l’occasione dalla “ Nepal Mountaineering Association “ a ricordo della salita come vedrete dalla foto allegata.
Claudio Cristofari non essendo Social non è molto conosciuto anche nel nostro stesso mondo.
La sua passione per la montagna non è solo in quella classica dell’escursionismo e dell’alpinismo ma Claudio è anche Direttore di Escursione di uscite in MTB ma soprattutto è un importante Responsabile di Speleologia. (chissà quanto altro ancora che non conosco).
Devo confessare che, per colui che scrive, Claudio Cristofari era solo un Grandissimo Appenninista (4° in classifica nell’Albo) che ha raggiunto questo grado il 2 Luglio 2016, intravisto nella Serata Sociale di Rieti del 12 Dicembre 2015, quando è venuto a ritirare la scudetto delle 200 Cime insieme agli amici cari.(vedi foto allegata).
In realtà molti non sanno che Claudio, fra le innumerevoli e importanti ascese ed esperienze, ha fatto parte della spedizione vittoriosa del CAI di Ostiglia sul Cerro Aconcagua a quota 6.962 metri, in Argentina, la vetta più alta delle Ande e delle Americhe.
La cima è stata raggiunta il 26 gennaio del 2008 dopo più di 10 giorni di salita con proibitive condizioni di temperatura che hanno sfiorato i meno 30 gradi.
Solo questo Vi può far capire chi è Claudio Cristofari che dal vivo è molto più giovane rispetto alla varie foto che lo hanno visto protagonista in questi anni per tante montagne.
Di certo la mia prima impressione è stata questa che gli ho ribadito: “ Ci sono persone che Ti ispirano subito fiducia, anche solo al primo impatto, è TU mi sembri proprio questo tipo di persona “.
La serata è terminata con molti amici cari in un ristorante dove tra i vini esposti, guarda caso, c’era il Castore ed Il Polluce.
Fra le varie persone con cui ho approfondito la conoscenza il fratello di Sara, completamente diverso caratterialmente parlando, ma soprattutto i Genitori giunti per l’occasione dalla loro residenza attuale.
Ai genitori di Sara Pietrangeli si devono i più grandi ringraziameni perchè sono stati loro che hanno tenuto il figlio piccolo durante i 15 giorni della spedizione in Nepal.
Sara Pietrangeli infatti nasce a Piglio un comune italiano di 4629 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio, nella Valle Latina conosciuto da tutti gli amanti della montagna che si dirigono sui Simbruini per salire sul Monte Viglio.
Il paese, 620 m s.l.m., si trova in posizione panoramica su una propaggine del Monte Scalambra (1.420 m.), con il Monte Pila Rocca (1.108 m) a meridione, sulla catena montuosa dei Monti Ernici, tra le valli dei fiumi Sacco e Aniene.
Un saluto particolare ad uno dei figli di Giorgio Giua, Lorenzo, con cui si è scherzato tanto.
Mi sono piaciuti i chiarimenti avuti con uno dei più cari amici di Giorgio Giua, il Grande Appenninista Eugenio Occulto che vedrete anche nella foto scattata a Rieti in occasione delle Sue 200 Cime.
Si è affrontato un discorso, fra il serio ed il faceto, sugli Scudetti del Club 2000m: mi ha fatto piacere che ha riconosciuto la mia diversità di vedute prendendola in considerazione dal punto di vista opposto.
Lui sa a che cosa mi riferisco e sarebbe troppo lungo e complesso spiegarlo in questo articolo.
Non rimane altro che ringraziare i 3 Grandissimi Appenninisti Claudio, Giorgio e Sara perché tramite loro anche noi “ comuni mortali “ montanari siamo saliti a quota 6189 metri.