Pensieri e Istantanee di Francesco Mancini

... dove un sogno è ancora libero

Giovedì, 03 Marzo 2016 21:18

Creste D'Appennino

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Ho iniziato ad andar per monti nel 1992... mai avrei potuto pensare che un giorno potevo essere uno degli autori di un libro di montagna tanto da essere citato anche nei Ringraziamenti...un abbraccio a tutti coloro che mi hanno insegnato, mi insegnano e mi insegneranno ad andar per monti.

32 bellissime escursioni di cresta scelte da esperti Appenninisti

LA MIA SOLITARIA LUNGA CRESTA DEL LATO OVEST DEL PNALM :TERRITORI ISOLATI QUASI DIMENTICATI PER 3 MONTAGNE DA SCOPRIRE.

 Ho iniziato a scoprire la montagna nel 1990 durante il servizio militare fatto a Rieti dove nei momenti liberi mi rifugiavo nei dintorni del Terminillo.

Ma solo nell’Agosto del 1993, con la salita della Direttisima del Gran Sasso il mio percorso per le montagne del Centro italia ha una sua continuità.

Con amici più esperti di me salgo su molte montagne poi, nel 1998 con l’iscrizione al CAI, perfeziono la mia esperienza fino alla Primavera del 2011 anno in cui ho conosciuto il Club 2000M.

L’obiettivo del Club è quello di stimolare gli escursionisti che frequentano le montagne più alte dell’Appennino a conoscerle sempre meglio e ad esplorare anche quelle meno note, ad individuare nuovi percorsi con lo scopo di raggiungere tutte le Cime, inserite in una lista riconosciuta dagli Enti competenti, cha vanno dai 2000m ai quasi 3000m del Gran Sasso D’Italia dall’Appennino Tosco-Emiliano fino al Sirino-Pollino passando per Marche-Lazio-Abruzzo e Molise.

Proprio per questo motivo nasce l’idea di questa Traversata effettuata in solitaria il 17 Giugno del 2012.

La particolarità di questa ascesa è nella difficoltà della logistica per il ritorno alla base di partenza che con un pizzico di fortuna e previdenza sono riuscito a completare.

Questa relazione può dare un’idea ed una soluzione alla sua realizzazione.

Dalla Strada Statale 690 Avezzano-Cassino si esce a Sora e si imbocca la Strada Statale 666 per Campoli Appennino e Pescasseroli.

Si lascia a sinistra il bivio per Campoli Appennino e si continua fino all’incrocio con la Strada Regionale 509 che a sinistra porta a Forca D’Acero, Opi e Pescasseroli.

Si parcheggia al Km 11, quota 1458 m (meno di due chilometri dal valico di Forca D’Acero), poco prima del cartello chilometrico c’è uno spiazzo a sinistra.

A piedi si continua a salire sull’asfalto per poche decine di metri fino a incontrare a destra l’inizio del sentiero segnato P.N.A.L.M. P3.

La piccola mulattiera sale con sentiero ben segnato a mezzacosta in direzione Est, Sud-Est alzandosi con bellissimi panorami verso la Valle di Forca D’Acero ed il sottostante paese di San Donato Val di Comino posto a 728 metri s.l.m.

Questa ascesa permette la scoperta,  venendo dall’Autostrada Roma-Napoli e percorrendo la Strada Regionale 509, di una Valle poco conosciuta ma bellissima nella sua conformazione a conca (500 m s.l.m.) circondata dai Monti chiamata Val di Comino che offre, prima dell’alba, con la sua caratteristica nebbia, dei paesaggi che sconfinano verso l’infinito.

Dopo circa 30 minuti, passando nell’iniziale bosco, ti trovi alla porta della valle inguagnera con la vista di enormi doline adatte al pascolo e alla tua destra in alto la dorsale della Serra Matarazzo.

Si continua sul fondo della Valle, si passa accanto ad uno stazzo e si giunge dopo circa 1 ora dalla partenza a quota 1630m presso il Pozzo Inguagnera formato da una roccia scolpita a forma di ciambella.

Si prosegue per qualche centinaio di metri  fino a una biforcazione dove a sinistra  si prosegue per il sentiero P3.

Molti Trekker per arrivare al Valico Inguagnera (1804m) preferiscono tenere la destra e seguire la salita a centro valle su un sentiero non numerato che comunque porta al Valico ben visibile a vista.

Io ho preferito invece tenermi sulla sinistra seguendo il sentiero principale che mi ha portato su una sella erbosa, con una visuale stupenda sulla Val Canneto, che è posta alle pendici della cresta  del Monte San Nicola.

In questo modo la cresta da percorrere si allunga un pochino ma il panorama lo merita.

Arrivato alla Sella suddetta alla tua destra percorri la cresta  che comunque ti porta al Valico Inguagnera dopo circa 2 ore dalla partenza.

Al Valico con piacere incontro l’unico essere umano di tutta la lunga giornata, un altro escursionista solitario Massimo (grazie a Facebook ancora sono in contatto) con cui dialogo sulla bellezza dei posti e che si offre a realizzare l’unica foto del sottoscritto con lo sfondo del cuore del PNALM, Balzo della Chiesa, Capraro, Petroso esattamente dalla parte opposta rispetto a come li vediamo solitamente.

Non rimane che fare l’ultimo strappo per raggiungere la prima Cima chiamata con vari nomi a quota 2007m ma che in realtà è Cima Serra Matarazzo per rispetto del luogo in cui si trova.

Per arrivarci devi seguire la cresta sempre alla tua destra, direzione Sud-Est, raggiungendo prima un'altra montagna IGM 1960M, e dopo una profonda sella, sulla sinistra in direzione Sud-Ovest la vera Cima dopo circa 30 minuti dal Valico e percorrendo circa 7 Km dalla Partenza.

Raggiungere questa montagna dentro di me ha sempre più rafforzato l’idea che più conosci il territorio più il suo orizzonte si restringe.

Per questo motivo comincia la lunga calvacata di cresta che mi porterà ad attraversare tutta la catena montuosa davanti ai miei occhi fino alle porte di Settefrati piccolo paese in provincia di Frosinone abitato da 809 persone a quota 784 m s.l.m.

Ritorno quindi sui miei passi ripercorrendo in discesa lo stesso percorso dell’andata fino al Valico Inguagnera guadagno la bella cresta di Serra delle Gravare che mi porta al Valico delle Gravare (1823m).

Dal Valico, anche se non segnato, si individua un sentiero che percorre per 3 Km circa in direzione Sud un bellissimo Costone, con affacci quasi dolomitici verso la val canneto, chiamato Anito Lungo che incrocia il sentiero O3 (da non prendere) fino al valico delle Portelle (1901m).

Dal Valico delle Portelle inizi a renderti maggiormente conto della peculiarità della cresta che stai facendo in quanto sembra che quasi tocchi con mano le maestose Mainarde con il Monte Meta, il Cavallo, il Forcellone sagome che si caraterizzano nella loro forma più delle atre.

Non rimane che fare la salita degli ultimi 160 metri di dislivello per arrivare alla seconda Cima della giornata i 2061 metri del Bellaveduta.

Quasi 3 ore di Cresta per 5 Km totali da Cima di Serra Matarazzo fatti tutti di seguito, ma la bellezza dei paesaggi inediti e la quota costante, non sono affatto pesati ad un buon trekker.

Non rimane che la terza Cima non lontana (1,75 Km) circa 45 minuti denominata Rocca Altiera (2018m) dalla quale riesci a vedere tutta la cresta ascesa, da parte a parte, e renderti conto di quanto sia pigro l’uomo moderno oramai abituato a tutte le comodità che la società gli impone.

Inizia la terza fase di questo racconto, dopo la Salita e la cresta, la lunga discesa di Km 8.5 per circa 2 ore (anche 2 ore e mezzo per la giusta stanchezza).

Da Rocca Altiera si segue la cresta in direzzione opposta rispetto all’andata e si perde man mano quota per cercare di rintracciare il sentiero O6 che non si trova subito.

Mi raccomando nella discesa di tenersi verso destra in quanto intuitivamente si tende a scendere verso sinistra e quindi a cambiare versante senza accorgersene.

Si attraversano dei piccoli caratteristici pianori che però non ti fanno ancora vedere il sentiero da prendere con esattezza, visto che peraltro il terreno poi si caratterizza da  una miriade di rocce affioranti molto belle ma che rendono la traccia poco evidente.

Sei nei pressi di Guado delle Capre a quota 1926m lo scavalli e seguendo la Dorsale Casalorda trovi su un pianoro erboso a quota 1800m una grossa antenna.

Perdendo ulteriormente quota con una discesa abbastanza ripida finalmente vedi una grande cisterna, un ricovero ed un impianto di telecomunicazioni. (solitamente qui stazionano molte pecore con dei cani pastori molto aggressivi quindi attenzione).

Ora il sentiero è molto evidente e non si può più sbagliare trovando infatti a quota 1713m la Fonte Casalorda e una strada sterrata che porta ancora più in basso alla Fonte Palmelle 1665m.

Non rimane che seguire tutta la carrabile molto lunga fino alla provinciale che termina a quota 1050 metri in una sorta di piazzale con sosta chiamato Balzo di Canneto.

Personalmente per accorciare la discesa sulla strada ho tagliato molti grossi tornanti scendendo sulle evidenti radure che in discesa si alternano, ma questo solo se si ha ancora voglia e forze di dilettarsi.

Ora Vi chiederete come ho fatto a tornare dalla parte opposta.

Inizialmente confidavo in un sistema antico e peraltro poco pratico che si chiama Autostop ma che realtà morfologiche di territori montuosi come questi poco si prestano (non siamo sulla Piana di Castelluccio di Norcia per fare un esempio).

Dopo una lunga attesa (non mi caricava nessuno) sono riuscito a trovare un passaggio fino alla Strada Regionale 509 dopo Settefrati da un lussuoso Mercedes (tutto potevo pensare ma mai che si fermasse un auto del genere) di proprietà di un famoso, anziano ma molto vivo, notabile originario della zona che da vecchio montanaro aveva capito da dove venivo motivo per cui non c’erano timori di sorta.

La fortuna però già mi aveva aiutato non poco per cui avevo già predisposto il piano B, relativamente costoso da solo ma non in gruppo, per chi vorrà seguire le mie orme.

Nei giorni precedenti avevo preso accordi con un autista (NCC) di Settefrati, stabilendo anticipatamente il prezzo, per farmi venire a prendere in caso di urgenza in un posto prestabilito e riportarmi a Forca D’Acero.

Cosa non si fa per la montagna e per compiere traversate, altrimenti irrealizzabili, soprattutto da soli come spesso mi succede.

Circa 8 ore per 23 Km… una traversata che il mio cuore non dimenticherà mai.

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