Pensieri e Istantanee di Francesco Mancini

... dove un sogno è ancora libero

Sabato, 19 Marzo 2016 00:00

500 Km in auto a/r per il bianco Miletto dal Lago del Matese

19 marzo 2016 - 500 KM IN AUTO A/R PER IL BIANCO MILETTO (Alt.2050m) : UN ANELLO INVERNALE PER LA PIÙ ALTA MONTAGNA A CAVALLO FRA IL MOLISE E LA CAMPANIA DAL LAGO DEL MATESE IN PROVINCIA DI CASERTA - Percorsi Km 10.71 per dislivello salita di 1187m - Chiesetta di San Michele del Lago di Matese di Letino (1015m), Vallone di San Massimo (1250m), Valle dell'Esule (1430m), Colle del Monaco (1750m), Selletta Forca di Cane (1900m), Cresta Sud-Est, Monte Miletto (2050m), Cresta Sud-Ovest, Campo dell'Arco 1560m, Vallone di San Massimo (1250m), Lago del Matese (1015m)


Monte Miletto è la vetta più alta dei monti del Matese (2050 m s.l.m.). È posizionato al centro del Massiccio e divide le regioni Campania e Molise e quattro province: Caserta, Benevento, Isernia e Campobasso. L'estrema punta si trova in provincia di Isernia, nel comune di Roccamandolfi.

La vetta è priva di vegetazioni arborea, dall'estremità è visibile tutta la valle del medio Volturno, i Monti Trebulani e parte della città metropolitana di Napoli oltre che i monti della Maiella, Taburno e Camposauro, e la zona preappenninica molisana. È possibile raggiungere la vetta tramite una seggiovia che ha come base Campitello Matese oppure dei percorsi a piedi tramite dei sentieri. Dalla cima si possono ammirare paesaggi mozzafiato.

Colamonico così narrava le sue emozioni:

« “Dominare con lo sguardo tutto il Matese costituisce uno dei godimenti più grandi dello spirito e riassume le emozioni di una delle ore più intensamente vissute di tutta la vita.” »

  1. B. Marrocco, invece, così ha descritto l'aurora e il tramonto visti dal Miletto:

« “Nelle ore antelucane la luce si annunzia nel lontano Oriente come una striscia sterminata d’un bianco spettrale, mentre ad Occidente tutto è nero e brumoso. Poi l’alba colora l’Oriente di viola e di porpora, finché attraverso una fascia di nebbie, appare senza raggi il globo purpureo del sole, e sotto gli risplende per poco l’oro dell’Adriatico. Il tramonto mostra il mare Tirreno, e specie il golfo di Gaeta, come una gran massa d’oro, finché tante sfumature di tinte vanno attenuandosi via via nel crepuscolo.” »

Sono salito sul Monte Miletto delle Montagne del Matese già 3 o 4 anni fa da solo partendo dagli impianti da sci di Campitello Matese ma in fondo questa montagna non l’avevo vissuta appieno per due motivi. Primo perché a causa del vento infernale non riuscii a toccare la Cima completamente infatti dovetti rinunciare a poche centinaia di metri sia perché sapevo che la vera salita su questa montagna andava fatta dalla parte opposta cioè dai Laghi del Matese. Per questo motivo mi ero ripromesso di ritornarci ma solo in condizioni meteo buone sia per quanto concerne l’innevamento che il meteo. Il viaggio per arrivare alle pendici di questa montagna da Roma è infinitamente lungo per travare queste condizioni sono passati vari anni. Questa volta però sembra che tutto andava per il verso giusto già in settimana si era creata una situazione perfetta. Neve al centro della settimana e poi alta pressione. Perfetto era il momento giusto soprattutto in questo non inverno. Ero pronto ad andare anche da solo nonostante il costo notevole che mi sarebbe costato e scusate il gioco di parole fra benzina ed autostrada ma ero deciso più che mai. Non avevo neanche intenzione di iniziare a fare le varie chiamate di compagnia perché questa montagna spaventa molti per la lontananza e perché non tutti sono attratti da queste montagne. Sbagliano in tanti a fare questa considerazione. Il Matese non ha niente da invidiare ad altre montagne più famose bisogna solo avere il mio spirito esplorativo. Molti infatti sono coloro che mi hanno dato defezione per questa ascesa anche se inizialmente interessati per cui faccio un ultimo tentativo con il Caro Fabio BERTOLDI e il Suo patner di uscite Gianpiero TARQUINI. Gli scrivo per sapere Lui dove andava e senza saperlo aveva con mia grande sorpresa lo stesso itinerario. Bellissimo. Anche delle belle persone con cui uscire insieme. Si aggiunge anche Claudio LUCARINI oramai da qualche tempo compagno di uscita dei duo BERTOLDI-TARQUINI. E poi anche il Grande Luciano GRASSI. Un bellissimo gruppo con cui condividere questa bella uscita. Il viaggio è abbastanza lungo ma io non mi stanco a guidare sono abituato e mi piace sempre molto. Siamo subito ripagati da fantastici scorci del Lago in lontananza sia da vicino con la neve fresca che si rispecchia sul Lago. Meraviglioso. Tutto si sta avverando come ho sempre voluto e sognato. La Salita è giusta fin dall’inizio prima senza attrezzatura poi con le ciaspole ed infine da1850 metri in poi anche con ramponi e piccozza sia per sicurezza sia perchè comunque salire da questo versante ha una parte finale di cresta ed un traverso cui prestare attenzione se la neve è un po ghiacciata come infatti era. Mi ricorderò di questa uscita anche perché ho conosciuto di persona Michele CARNEVALE un grande montanaro di queste zone con cui mi ero appuntamentato per conoscerci dal vivo dopo aver parlato con Lui su facebook. Doveva salire con Noi dal Lago ma poi ha preferito salire da Campitello Matese per venirci poi incontro dalla parte opposta direttamente da sopra la montagna. Persona vera,  con il classico carattere un po burbero e chiuso di alcune vecchie generazioni di montanari ma con grande esperienza e conoscenza. Mi ricorderò anche delle fantastiche e rarissime formazioni di galaverna incontrate in quota che lasciano sempre senza fiato per le loro capacità adattative alla base su cui si formano. Veloce discesa ad anello per raggiungere il famoso arco naturale di roccia con annesso inghiottitoio che si è aperto fra le nebbie. Nebbie che grazie alla esperienza di Luciano e al GPS di Fabio siamo riusciti a penetrare per ritrovare il sentiero di discesa che altrimenti non avremmo mai trovato. Insomma una uscita di quella che Ti rimane sempre dentro.

 

Letto 1729 volte Ultima modifica il Giovedì, 27 Aprile 2017 15:32
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