Per la prima volta mi sono trovato non solo scopritore ma anche scoperto.
Per la prima volta si sono invertite le parti dove non era solo il sottoscritto che cercava di capire la parte umana e nascosta di un esploratore dell'Appennino ma viceversa c'era un ragazzo che ha scavato profondamente nella mia anima per capire tutto quello che mi aveva portato e mi porta tuttora a vivere la montagna alla mia maniera.
Un viaggio nelle nostre particolari reciproche esistenze.
MARCO MEI mi scrive il 19 Gennaio del 2021 ma è il 13 Agosto dello stesso anno che cerca un contatto più stretto.
Purtroppo i miei impegni impediscono un incontro se non prima di Marzo del 2022 quando finalmente capisco che dietro a Marco c'è una persona vera e con una sensibilità fuori dal comune.
Quando il 24 Giugno del 2022 scrive queste parole non c'è più un attimo da aspettare: " Dopo il cancro l'unica vera e grande amica che ho avuto nella mia battaglia è stata la montagna.
Nella mia mente non c'era nulla che mi distogliesse da ciò che mi era successo, da ciò che mi aveva colpito, mi ero chiuso totalmente in me stesso, evitando il più possibile l'approccio con le persone perché mi sentivo malato, inadatto, giudicato, e non sopportavo che qualcuno mi vedesse debole, fragile e sofferente, e cosi solo in questa dimensione, dinanzi a questa grandezza, trovavo e trovo tutt'ora la pace e la motivazione per ricostruire la mia vita.
Il Monte Cotento, che fu anche il mio primo 2000, rappresentò psicologicamente l'importanza di un libro ancora da scrivere, quando credevo di chiuderlo, dato i primi responsi della malattia non proprio buoni.
Dinanzi a quella bellezza però, solo e in vetta, mi resi conto che qualunque cosa fosse successo, avrei comunque appartenuto a un disegno più grande della mia stessa comprensione e non ebbi più paura di affrontare il mio cammino.
Da allora la montagna ha fatto parte integrante della mia vita, ha scolpito la mia anima, ha riempito il mio cuore, la mia mente , ha forgiato il mio carattere, e non rimpiango nulla di quel che ero prima.
Non ho mai scritto niente finora in questa pagina, ma volevo condividere con voi la mia storia, oggi, che ricorre quella data per me importante di 3 anni fa, e volevo ringraziare chi ha creato e porta avanti questo club, perché grazie anche a questo, io potrò continuare a scrivere pagine indelebili del libro della mia vita.
Grazie a tutti, di cuore ".
Nel frattempo sulla Cima del Monte Sibilla il 10 Luglio MARCO raggiunge le 50 CIME.
Sono stato criticato perché uso spesso il termine " Benpensanti " ma sono proprio loro, quelli che non capiscono che dietro a questi piccoli traguardi non c'è quell'esibizionismo che criticano.
Dietro quello Scudetto ci sono situazioni di vita personali che esulano dall'apparire ma sono solamente la rappresentazione di una felicità per un qualcosa che spesso era solo un sogno.
Proprio quel sogno di tornare sui monti per raggiungere una normalità che sembrava persa per sempre.
Una progettualità quella del Club 2000m che non ha la pretesa di dimostrare di essere i più bravi ma esprime la capacità, la forza fisica e spirituale, ma anche la fortuna oppure il destino (ma anche forse un essere superiore), che ha deciso, passo dopo passo, il Tuo sentiero doveva continuare verso ascese diverse sempre più ardue come molto più dure erano state finora.
Una meta quella del Monte Camicia scelta proprio da Marco per una finalità che non finisce oggi ma che dovrà continuare segno che ci sarà continuità.
Come l'acqua che scorre, segno di vitalità, sono quelle lacrime che solcano il viso di Marco nei racconti di un viaggio che sembrava senza fine nella negatività degli eventi.
Dal 2018 ad oggi, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, dalle parole di Marco si vivono momenti di dramma e di speranza.
Di abisso e di miracolo.
Di una fatalità che sembra guidata da una mano come quella che a quota 2564m ha fermato all'improvviso quel cappello che sembrava volato via.
L'incontro inaspettato con MANUEL il Maestro di MARCO e PIETRO, il mio mentore. non può essere una coincidenza.
Come se la presenza di coloro che ci hanno guidato verso la montagna fosse il timbro di una costante ineluttabile.
Spesso non ci si rende conto della fortuna che abbiamo nel poter vivere la nostra passione liberamente senza condizionamenti di natura fisica.
A volte la virilità e la potenza di 1 metro e 80 centimetri possono scomparire.
Solo se hai una incredibile forza di volontà puoi sperare, anche se hai tutto contro, che qualcosa all'improvviso possa cambiare.
E sei ancora più forte se non hai mai avuto accanto quella famiglia che speravi di avere.
Che speravi di cambiare in una ideologia che non era la Tua.
Guadagnolo, Vesuvio, Navegna, Autore le 4 tappe di una rinascita ancora più importante perché realizzate in solitaria in condizioni che chi legge non può assolutamente comprendere.
L'incontro a Roma per la partenza vede 2 montanari che si conoscono da sempre.
Le domande e le risposte si susseguono per ore visto il lungo viaggio in quel di Campo Imperatore.
Un doppio caffe con 2 pause bar per caricarsi.
L'arrivo a Fonte Vetica e la scelta per un itinerario diverso dai soliti.
Attraversando la piana verso Vado di Sole per salire direttamente a Vado di Siella e prendere la cresta da subito.
Si evita il passaggio esposto delle roccette per il traverso non segnato.
Poi la Croce del Monte Siella per la prima pausa.
La deviazione verso il Monte Coppe così da ammirare il Dente del Lupo da posizione diversa.
Ci aspetta il Tremoggia ed i pilastri con il bellissimo incontro con altri cari amici dell'Appennino: i fortissimi e dolcissimi MAURIZIO PALLESCHI e MARIASSUNTA BOVE di ritorno dal Centenario.
Da soli sul Monte Camicia per una promessa.
E poi la lunga discesa accanto al Vallone di Vradda mentre il tramonto illumina la roccia con colori indimenticabili.
TERZO TEMPO speciale con la presenza di EMANUELE D'AGNOLO da me soprannominato la " Belva dell'Appennino " di ritorno appunto da un giro mostruoso che solo le belve possono realizzare.
Dei pensieri a ricordo di questa giornata per festeggiare le 50 Cime, l'immenso cuore di MARCO, ma anche l'ipotetica salita sui MONTI GEMELLI della D'AVENA.
GRAZIE MARCO per quella sincerità scevra da qualsiasi barriera soprattutto per aspetti intimi che fanno parte della sfera più privata.
Non dimenticherò mai quegli occhi verdi, pieni di bontà, che esprimevano il Tuo pensiero.
" Oggi la montagna ci vuole insieme su per i suoi pendii, per le sue vette e per la sua essenza eterna "
" Perchè finisce sempre che le cose che non puoi dire a nessuno le racconti alla montagna !!!
Fonte Vetica 1620m, La Fossa 1550m, Vado di Siella 1725m, Cima del Monte Siella 2027m, Cima del Monte Coppe 1990m, Cima del Monte Tremoggia 2350m, Cima del Monte Camicia 2564m, Fonte Vetica.