Una di queste è senza dubbio il Grande Appenninista MASSIMILIANO PAIANO sia materialmente che spiritualmente. Difendendomi quando riteneva che gli attacchi che subivo erano ingiusti e supportandomi quando carpiva la mia silente sofferenza. Non è un caso che, a sorpresa, presenziava anche ai funerali per la mia recente perdita familiare. L’ultima uscita insieme era stata il 13 Gennaio del 2021 per un indimenticabile anello pomeridiano-notturno super innevato del Monte Pellecchia quando ingiustificatamente ci impedivano l’esistenza fra lockdown territoriali e coprifuoco. Era giunta l’ora di rivederci intensamente per un mio insignificante ringraziamento all’affetto che il Dott. Paiano mi ha sempre riservato. Così nasce questa ascesa su una montagna dalla quale mancavo da oltre 20 anni. Peraltro mai ascesa in condizioni invernali quando assume delle vesti che la rendono anche tecnicamente più intensa. La tanta inaspettata neve caduta nella notte rende ancora più magica l’atmosfera che caratterizza la morfologia di questo territorio. Come sempre sveglia alle 5 per partire dal sentiero dopo le 8. La meraviglia di trovare tutto bianco già dal viadotto di Pietrasecca con immagini già rarissime d’inverno tanto più ai primi di Aprile. Si guida con attenzione sui tornanti ghiacciati che da Celano portano ad Ovindoli per una meta che visivamente si avvicina sempre più ai nostri occhi. Il grande bastione roccioso chiamato anche Monte Tino si presenta come una diga che divide l’Altopiano delle Rocche in alto dalla Marsica in basso nella parte opposta. Il lungo e faticoso avvicinamento per la copiosa coltre in quota viene ricompensato continuativamente dalla visione sempre più vicina del dolomitico versante nord di questa vetta. Una deviazione sull’adiacente Monte Faito ci permette di fotografare il mare di nubi che copre tutta la piana sottostante. Batto la traccia con le provvidenziali ciaspole fino alla sella dei Curti con un Massi che a causa di un problema fisico è stato costretto a stare fermo per un mese. Sulla sella ci affacciamo verso le Gole di Celano che spaventano ancora di più perché completamente imbiancate. Montati i ramponi e con la piccozza ben salda saliamo sul primo ripido tratto di cresta che si presenta come un canale esposto verso la parte finale delle Gole. Forse in discesa sarà ancora più difficile ma non sarà così fortunatamente. Esempio di come alcuni sentieri che in estate sono relativamente non difficili lo diventano in condizioni invernali. Piano piano si passa anche un secondo tratto dove abbiamo usato anche le mani per arrivare poi sulla bellissima e non larga cresta che andrà fatta con le dovute attenzioni motivate dalle freschissime cornici. Da lontano si vedono presenze sulla Croce. Ancora più emozionantete arrivare in cima con la inaspettata presenza di Emanuele D'agnolo da me soprannominato “ La belva dell’Appennino “ con la mia cara Roberta Dominizi alla quale mi legano indimenticabili ricordi di vari monti oltre 10 anni addietro. Ancora più piacevole, finalmente di persona dopo una conoscenza solo social, la sorprendente PAOLA PROCACCINI con ADRIANA PEDALETTI. L'aspetto signorile ed elegante di Paola Procaccini nasconde una forza e una gentilezza che non mi aspettavo. La sua cordialità e passione ci permetterà infatti (grazie ad un passaggio con l’auto da Celano ad Ovindoli) di tornare indietro con un itinerario diverso che passerà verso la Valle dei Curti e la magnifica “ Cascata casca l’acqua “ per un infangatissimo Sentiero del Grifone. Purtroppo il gruppo non ha potuto partecipare al TERZO TEMPO che poi abbiamo realizzato come sempre presso DIVINI SAPORI al centro del paese. Un mio piccolo pensiero dedicato a Massimiliano per festeggiare le sue recenti 200 cime sarà solo un piccolo ricordo della nostra amicizia che va al di là della montagna. Quando due persone sono unite da aspetti legati non solo dalla stessa età e dagli stessi studi universitari ma anche e soprattutto da affinità culturali e sentimentali è difficile che qualcosa o qualcuno possa allontanarle. GRAZIE ANCORA MASSI !!! Via della Fonte sulla Strada Vicinale dei Curti ad Ovindoli 1388m, Fontanile 1460m, Sentiero 11, Rifugio La Serra 1500m, Costa della Serra dei Curti 1600m, Forchetta fra la Serra dei Curti e la Serra di Celano 1825m, Cresta 1880m, Cima del Monte Tino 1923m, ritorno stessa via fino alla sella, Sentiero 11 A , Valle dei Curti 1600m, deviazione per Cascata Casca l’Acqua 1040m, Arrivo Strada Statale 696 Santa Iona 885m