19 Giugno 2021 – IL GRANDIOSO ANELLO AI BORDI DEL PNALM CON 2 MAESTRI D’APPENNINO: GIUSEPPE CIVITILLO E TERENZIO DE TOMMASO - Percorsi KM 25 con D+ complessivo 1800m - #doveunsognoèancoralibero www.EsplorandoX.it www.Club2000m.it www.CaiAvezzano.it – 11 ore di un interminabile viaggio sulle creste meno battute del PNALM accompagnato da un costante accento campano, per me inconsueto, insieme anche alla fortissima CONCETTA RAUSO che senza colpo ferire è arrivata la sera alle 20, dopo quasi 25 Km e più di 1800 metri di dislivello complessivo salita, fresca come un peperoncino casertano appena colto. Non tornavo su queste zone da quasi 10 anni quando realizzai in solitaria una traversata inserita nel libro CRESTE D’APPENNINO con i ringraziamenti esclusivi nominativi che l’Editore mi riservò nella prefazione.( http://www.esplorandox.it/libri/item/23-creste-d-appennino ) Uscita decisa a Novembre del 2019, in occasione della Riunione Annuale del Club 2000m di Sora, dove TERENZIO DE TOMMASO (Grazie a SARA VISCO e a PASQUALE IADICICCO ) mi fece una inaspettata sorpresa ma finalmente realizzata solo oggi a causa dei tantissimi reciproci impegni e dalla restrizione della libertà personale causata dalla pandemia. TERENZIO è stato il coordinatore della nascita del Club Ultra 1000. Ho iniziato il mio rapporto epistolare addirittura 7 anni addietro confrontandomi spesso con lui sui criteri di scelta della prominenza sulle montagne Appenniniche. Ma quello che mi colpì più di tutto della Sua persona come “ Esploratore di Terre e di Anime “ fu quello che scrisse di se stesso a Marzo del 2018: “ Ognuno di noi ha una bellissima vita di montagna da raccontare. " Da ragazzo, dal balcone di casa mia, ammiravo incuriosito il gruppo del Matese, spesso grazie all' ausilio di un vecchio binocolo e mi chiedevo quale aspetto avesse visto da vicino. Non appena presi la patente di guida, a 20 anni (era il 1980), utilizzando la vecchia Fiat 128 di mio nonno, iniziai le mie "esplorazioni" in compagnia dei miei amici: Ercole, Franco, Agostino, Gianni. Avevo una voglia irrefrenabile di conoscere il mondo che mi circondava e in particolare mi sentivo attratto dalle montagne. Una delle prime uscite interessava proprio il Matese: ci accampammo per un picnic presso un fontanile, non distante dalla chiesetta di San Michele, ai piedi del Miletto. Non appena consumai il mio panino, mi congedai con i miei amici, dicendo loro -un po' increduli- che mi sarei avventurato su per la montagna. Dopo un centinaio di metri di dislivello, uno dei miei amici, mi chiamò ad alta voce, chiedendomi di aspettarlo in quanto voleva unirsi al mio cammino. Raggiuntomi, proseguiamo insieme per un altro centinaio di metri di dislivello, allorché lui mi chiese di riscendere a valle: al mio rifiuto lui insistette, balenando anche il pericolo che potessi smarrirmi (la vetta era già visibile). Ci separano: lui raggiunse gli altri amici a valle ed io salivo -in solitaria- sempre più in alto: più salivo, più le mie emozioni erano indescrivibili. La vegetazione si diradava con l'aumentare della quota, sino a che mi ritrovai a muovere i miei passi sulla nuda roccia, spesso tra pietraie e grossi massi, ma ormai la vetta era vicina e mi sembrava inverosimile che stavo per violare quella cima che avevo tanto ammirato da circa 41 km in linea d'aria. Ero sul M. Miletto, a 2050 m sul livello del mare e ci sono arrivato dopo un dislivello di circa 1000 metri (non male come prima ascensione). La gioia che mi pervadeva era immensa e da allora decisi che ogni estate avrei scalato una montagna: l'anno successivo, nel 1981, scalai -trascinandomi dietro i miei cugini Mario e Rino- i 2242 metri della Meta e nel 1982, ancora in solitaria, il M. Petroso, 2249m. Ben presto però mi resi conto che una sola montagna ogni estate mi stava stretta e cominciai così ad intensificare le mie attività, anche individuando gli amici che condividessero la mia passione. Oggi, dopo quasi trentotto anni dalla mia prima conquista del "tetto del Matese" mi ritrovo tutte le domeniche dove "l'aria è un po' più rarefatta". Viva la montagna “ Queste parole riassumono in breve tutta la passione che ha animato e ancora anima con il suo gruppo privato ( https://www.facebook.com/groups/551828948259114/permalink/3005132819595369/ ) tutta la sua vita donando le capacità anche alle varie Sezioni del Club Alpino Italiano della sua zona natia di Teano. Incredibile conoscitore della orografia e della morfologia delle montagne Italiane e Mondiali è uno dei primi in classifica di questa applicazione legata alle montagne. https://play.google.com/store/apps/details... In occasione di questo storico incontro TERENZIO ha voluto farmi la sorpresa di salire insieme ad un altro Grandissimo della montagna che da più di 50 anni cavalca non solo le Cime ma anche le Grotte e le Forre di tutto l’Appennino. GIUSEPPE CIVITILLO detto GEP PEPITA inizia da piccolissimo con i Salesiani e da quel giorno capisce che la sua vita sarà sempre alla ricerca di quel QUID in più che questo elemento può dare. Fonda vari gruppi di montagna nella Sua Piedimonte Matese. Sempre alla ricerca della prestazione la sua carica agonistica gli permette ancora oggi, nonostante la sua non più freschissima età, di competere con i giovanissimi e lo ha dimostrato anche oggi allungando sempre il percorso sia nei Km che nel dislivello viaggiando sempre su quella che è la Sua filosofia di vita: sul filo di cresta. Nonostante una grave situazione che ha dovuto affrontare recentemente sembra che nulla sia accaduto. Uno dei primi ad aiutare le persone in difficoltà quando tanti anni fa il Soccorso Alpino in Campania ancora non esisteva. Caratterialmente forse un pò chiuso considerando le sue origini ma poi, se conosce le persone, si apre a racconti affascinanti ed esclusivi che dimostrano quanta vita sui monti ha vissuto sulla sua pelle. Una giornata unica sia nella durezza del percorso che nella esclusività delle persone che mi hanno aperto una parte dei loro cuori. Non poteva mancare il mio incontro casuale oggi con il simpatico ANTONIO ANTINOZZI. TERZO TEMPO degno di questa uscita con ritorno a Roma all’una di notte e l’odore dei grandi limoni campani che mi sono stati donati insieme alla piccola ma importante opera editoriale di TERENZIO DE TOMMASO: “ LE GRANDI MONTAGNE dell’APPENNINO “. CIAO GEP PEPITA…CIAO TERENZIO PEAKHUNTER spero che ci rivedremo SABATO 27 NOVEMBRE 2021, in occasione della Riunione Annuale del Club 2000m a LANCIANO, dove tanti grandi della montagna come Voi si incontreranno nella stessa identica passione !!! Settefrati (FR) 890m, Fonte Canari 948m, Valle Canari 1050m, Fonte del Colle 1134m, Fonte del Pozzo 1538m, lungo traverso a tagliare la Casalorda 1700m, Cima di Guado delle Capre 1961m, Cima di Rocca Altiera 2018m, Valico delle Portelle 2039m, Cima di Monte Bellaveduta 2061m, Valico delle Portelle 2039m, Cresta dell’Anito Lungo, Cima dell’Anito Lungo 1972m, Cresta dell’Anito delle Viarelle, Cima dell’Anito della Viarelle 1954m, Valico delle Gravare 1874m, Cima di Serra delle Gravare 1960m, Cima di Serra Matarazzo o Cima Nella 2007m, Cima di Monte San Marcello 1977m, Fondillo di San Donato 1773m, Cima di Colle Nero 1991m, direttissima a scendere Anito della Grotta 1706m, Macchia Marina 1414m, Rifugio Valle Fischia 1230m, Fonte San Cataldo, Sentiero che passa per La Ringhiera-Valle Vergnole-Guado della Giumenta, Fonte Canari 948m, Settefrati 890m