“ Sgomitando nel tentativo di recuperare il tempo perso, tra studio e lavoro, mi piace pensare di aver trovato nella montagna un tassello del mio puzzle “ in questo modo voglio cominciare questo articolo.
Questo è solo uno dei tanti profondi pensieri di Francesca Nemi nata a Ceprano di Frosinone ma adottata ora a Colfelice un nome di per sé attraente e beneaugurante come dice l’attuale Sindaco.
Completato il mio progetto di raggiungere TUTTE le Cime dell’Appennino fra i 2000m ed i quasi 3000m del Gran Sasso D’Italia ora posso ricominciare daccapo ma con scopi diversi e altrettanto belli quali quelli di incontrare dal vivo i tanti appassionati di montagna che circondano la mia esistenza di montagna.
Francesca è proprio una di quelle anime che nella mia veste di Esploratore ha voluto incontrarmi o forse sono stato io che ho voluto incontrare Lei.
Era il 9 Gennaio di quest’anno quando il mio Blog comunica automaticamente la volontà di un nuovo iscritto di leggermi.
Con la curiosità che mi contraddistingue vado a vedere il nome e noto che non rientra fra i tanti appassionati di montagna con cui mi confronto negli ultimi anni.
Quasi contemporaneamente Francesca mi scrive presentandosi dichiarando che si era imbattuta casualmente nel mio Blog con la volontà di seguire con piacere i miei racconti.
Già questo era un importante biglietto da visita di Francesca in quanto aveva dimostrato una cortesia ed una educazione fuori dal comune nella realtà di rapporti epistolari che viviamo oggi così stringati e dal mio punto di vista anche essenzialmente ineducati in molti frangenti.
Cerco di capire qualcosa di più su di Lei ma il Suo Profilo rimane misterioso sia a livello personale che fotografico.
A volte un Nickname può nascondere anche un profilo falso per cui cerco su Internet qualcosa di più e con grande sorpresa vedo che dietro Francesca c’è un mondo per me importante di eccellenti fotografie e straordinari pensieri.
Francesca non compare mai in foto e trovo qualcosa solo cercando con attenzione, ma d’altronde non poteva essere diversamente, visto che Francesca dichiara che “ non sò parlare di me “ ma “ Io sono le mie passioni, forse troppe, i miei dubbi ed i miei sogni…e questo basta “.
E si perché Francesca ha un Suo Blog di Montagna che già dal nome fa capire molto della Sua forte personalità: OLTRE IL VALICO. http://www.oltreilvalico.com/index.html
Ha scoperto la Montagna negli ultimi 5/6 anni della Sua vita e nonostante sia Ingegnere la sua preparazione culturale classica Le permette di scrivere con una elasticità mentale e profondità grammaticale talmente importante da risultare a tratti difficile da leggere.
Infatti dice che il Suo Blog “ é uno zibaldone incompiuto di foto e scritti (ad oggi pochi direi!) in attesa di una forma che vorrei. Talvolta scrivo, talune altre volte preferisco le foto alle parole. Cancello il più dei miei racconti. In rari casi tornano, in altri casi invece finiscono persi nella memoria del mio PC “.
Ecco io vorrei questo non avvenisse.
Io non voglio che Francesca cancelli ciò che la sua libera mente partorisce nei momenti in cui la Sua voglia di aprirsi al mondo si materializza.
Gli articoli di Francesca vanno letti e riletti più volte per saper cogliere le sfumature e ciò che cerca di trasmettere.
Purtroppo saranno pochi coloro che si soffermeranno sulle Sue parole in questo mondo social dove tutto scorre di fretta, dove tutto viene scannerizzato.
Io invece avidamente sarò presente per leggere e rileggere ciò che in alcuni punti diventa anche poesia.
Non è un caso che il racconto http://www.oltreilvalico.com/quella-tragedia-che-porti-con-te.html
sia arrivato in finale vincendo il Premio Speciale Adventure Awards Daysnel Blogger Contest 2017 “ La mia montagna nel Blog " promosso da Altitudini.it, Le Dolomiti Bellunesi e Gente Di Montagna, in collaborazione con Orobie.
Il tema di questa edizione non poteva non attrarre Francesca dove i partecipanti erano chiamati a raccontare qualcosa che avesse a che fare con l’errore, con la rivendicazione della libertà al livello più alto, la libertà di sbagliare.
Di certo Francesca non può sbagliare quando vola in parapendio “ alla continua ricerca di quella termica che finalmente farà sognare “.
Con questo mezzo da volo libero, il più semplice e leggero esistente, derivato dai paracadute da lancio pilotabili Francesca realizza materialmente ciò che sogna con la mente.
E la Sua mente sarà molto impegnata ad Aprile visto che proprio per queste sue capacità sarà l’inviata di questa rivista informatica di montagna a Trento per il Festival della Esplorazione e della Avventura.
Avventura che Francesca ha cercato prima facendo lunghi viaggi con la Triumph Tiger 800 dell’attuale compagno di vita, di montagna e di volo l’Ingegnere Francesco Marsella e poi in MTB nel PNALM vicino casa ma anche ciclo viaggiando.
La vita è incredibile quando unisce 2 persone nel nome, nella professione, nelle passioni comuni.
Anzi colgo l'occasione per consigliarVi il loro studio Tecnico per qualsiasi pratica di settore http://www.effequadroingegneria.com/
Se questo sarà un bene lo scopriremo solo “ correndo “ e non “ vivendo “ come recitava una famosa canzone di Lucio Battisti perché a Francesca piace anche correre forse per allontanarsi dai luoghi comuni che la vita Le impone.
Non credo sia facile vivere a stretto contatto con un animo così combattuto come quello di Francesca ma questo lo può solo dire il Maestro di Deltaplano della Val Comino che da 20 anni vola come un Professionista con questa struttura formata da tubi, cavi, tela e bullonerie opportunamente studiata e disposta per consentire, al mezzo ed al pilota, di volare in un ambito ben preciso di condizioni meteorologiche, garantendo una elevata affidabilità meccanica, l'unica aerodina a controllo pendolare, ovverosia viene pilotata attraverso il solo spostamento di peso del pilota.
Francesco Marsella infatti fa parte del Direttivo della A.S. Volo Libero Valcomino uno dei principali Club di Deltaplano del Centro e del Sud d’italia presente alle più importanti gare Nazionali ed Internazionali associata alla Federazione Italiana Volo Libero.
Vi invito a volare con Francesco con questo video che mi ha aperto ad un mondo che non conoscevo perché in fondo, sia chi raggiunge la Cima che chi vola, ha un solo obiettivo che è quello di raggiungere il Cielo emozionandosi.
https://www.youtube.com/watch?v=i7DHXb6J4fw
Sono stato fortunato che Francesca ha deciso in questo periodo della Sua vita di ricominciare ad andar per monti diversamente con la consapevolezza che “ spesso, solo attraverso la condivisione ed il sodalizio con altri appassionati, si possono raggiungere nuovi traguardi “.
E’ stato un onore per me che Francesca abbia perfettamente compreso il mio modo di scrivere:
“ E' bello infatti comunicare anche impressioni ed emozioni, non solo quote, tracce etc. Leggo un articolo perché, al di là delle nozioni squisitamente tecniche, in esso sono racchiuse anche la passione e l'umanità di chi lo scrive. Un modo per trasmettere ciò che siamo e gli occhi con cui guardiamo alla natura ed alle persone che incontriamo strada facendo. Apprezzo la sensibilità di chi sa guardare con occhi sempre diversi anche il sentiero più battuto “.
Tutto quanto sopra ho scoperto con la volontà di conoscere subito Francesca nonostante i tanti inviti dei miei cari amici di montagna che non vedo da tempo.
La scelta della salita di oggi è stata voluta sia perché rientrava sulle montagne di Francesca sia perché per me era il ritorno, ma in ambiente invernale, in una delle più belle solitarie traversate che feci anni addietro quando il fuoco sacro delle Cime del Club 2000m mi aveva preso nel profondo.
Dalla Strada Statale 690 Avezzano-Cassino si esce a Sora e si imbocca la Strada Statale 666 per Campoli Appennino e Pescasseroli.
Si lascia a sinistra il bivio per Campoli Appennino e si continua fino all’incrocio con la Strada Regionale 509 che a sinistra porta a Forca D’Acero, Opi e Pescasseroli.
Si parcheggia al Km 11, quota 1458 m (meno di due chilometri dal valico di Forca D’Acero), poco prima del cartello chilometrico c’è uno spiazzo a sinistra.
A piedi si continua a salire sull’asfalto per poche decine di metri fino a incontrare a destra l’inizio del sentiero segnato P.N.A.L.M. P3.
La piccola mulattiera sale con sentiero ben segnato a mezzacosta in direzione Est, Sud-Est alzandosi con bellissimi panorami verso la Valle di Forca D’Acero ed il sottostante paese di San Donato Val di Comino posto a 728 metri.
Questa ascesa permette la scoperta, venendo dall’Autostrada Roma-Napoli e percorrendo la Strada Regionale 509, di una Valle poco conosciuta ma bellissima nella sua conformazione a conca (500 m s.l.m.) circondata dai Monti chiamata Val di Comino che offre, prima dell’alba, con la sua caratteristica nebbia, dei paesaggi che sconfinano verso l’infinito.
Dopo circa 30 minuti, passando nell’iniziale bosco, ti trovi alla porta della valle inguagnera con la vista di enormi doline adatte al pascolo e alla tua destra in alto la dorsale della Serra Matarazzo.
Si continua sul fondo della Valle, si passa accanto ad uno stazzo e si giunge dopo circa 1 ora dalla partenza a quota 1630m presso il Pozzo Inguagnera formato da una roccia scolpita a forma di ciambella.
Si prosegue per qualche centinaio di metri fino a una biforcazione dove a sinistra si prosegue per il sentiero P3.
Molti Trekker per arrivare al Valico Inguagnera (1804m) preferiscono tenere la destra e seguire la salita a centro valle su un sentiero non numerato che comunque porta al Valico ben visibile a vista.
Io ho preferito invece tenermi sulla sinistra seguendo il sentiero principale che mi ha portato su una sella, con una visuale stupenda sulla Val Canneto, che è posta alle pendici della cresta del Monte San Nicola.
In questo modo la cresta da percorrere si allunga un pochino ma il panorama lo merita.
Arrivato alla Sella suddetta alla tua destra percorri la cresta che comunque ti porta al Valico Inguagnera dopo circa 2 ore dalla partenza.
La volontà era quella di arrivare a quota 2007 per toccare la Cima di Serra Matarazzo e per arrivarci devi seguire la cresta sempre alla tua destra, direzione Sud-Est, raggiungendo prima un'altra montagna IGM 1960M, e dopo una profonda sella, sulla sinistra in direzione Sud-Ovest la vera Cima dopo circa 30 minuti dal Valico e percorrendo circa 7 Km dalla Partenza.
Così oggi non è stato a causa di condizioni meteo e di innevamento non sicure per cui si è deciso di tornare indietro e proseguire per cresta dalla parte opposta realizzando un anello al contrario per raggiungere il 1900 chiamato Monte di San Nicola e scendere dal versante opposto.
Una lunghissima cresta che arriva ai 1885m del Monte Panico fino ai paravalanghe che come sentinelle ci aspettavano per indicarci la fine di questo lungo viaggio sui Monti.
Durante questo lungo viaggio di Cresta ho avuto modo di vivere tutte le emozioni che spero di aver trasmesso in questo lungo articolo dedicato a questa ragazza che combina bellezza femminile a spiccata sensibilità esistenziale.
Il cammino della vita di Francesca è sospeso tra inquietitudine e distacco alla ricerca della autenticità delle persone e delle cose che la circondano.
Il mio Cuore non dimenticherà gli intensi occhi scuri e il dolce sorriso che oggi Francesca mi ha concesso insieme a tutte le fotografie che hanno impresso la lunga giornata iniziata per me alle 5 di mattina e terminata solo con il regalo che avevo riservato per il nostro incontro e che sono certo avrà apprezzato più di altri vista la Sua esperienza anche come volontaria al PNALM.
Anche se purtroppo ci potremmo vedere molto raramente la speranza è che la mia persona è e sarà per sempre un “ tassello del Suo Puzzle “.
Grazie Francesca Nemi per avermi scelto in questo Tuo passaggio di vita e di montagna Ti penserò accompagnato dalla colonna sonora " Nuvole Bianche "....
https://www.youtube.com/watch?v=fEOJQawykD0