Pensieri e Istantanee di Francesco Mancini

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Lunedì, 17 Aprile 2017 00:00

Le Grotte di Stiffe: una meraviglia visitata da pochi

17 Aprile 2017 - Angelo Pico Fonticulano ne il “Bellum Braccianum Aquilae Gestum” (1580) scriveva «È qui una sorgente d’acqua mirabile, infatti tutti i torrenti confluiscono dall’interno de’ monti in un unico luogo […] e affiorano da una vasta fessura montana nel luogo chiamato Stiffe».

 Avevo ancora i capelli quando nell’Agosto del 1992 insieme a quella che poi diventerà mia Moglie (solo quasi 25 anni fa) visitai le Grotte di Stiffe.

Da poco si sapeva di questa meraviglia aperta al pubblico e già all'epoca il mio spirito esplorativo ebbe la meglio portando ad addentrarmi nelle cavità sotterranee di queste grotte.

Rimasi stupito di tale bellezza a pochi chilometri da Roma considerando che le grotte più famose erano sempre state le " Grotte di Castellana " ubicate in Puglia.

Erano quindi molti anni che volevo rivisitarle con occhi più consapevoli soprattutto perché nel frattempo erano stati fatti dei lavori di ampliamento.

Ritengo che questo luogo meriti molto di più di quello che da sempre è stato.

Non basta un po’ di affollamento nei periodi di festa oppure nei giorni festivi perché queste grotte sono talmente belle che dovrebbero essere visitate tutti i giorni dell’anno da un turismo molto più importante.

Di certo la cultura del luogo a livello politico ed imprenditoriale come al solito è nulla nel rendere molto più appetibile un viaggio in questi luoghi infatti c’è voluto il terremoto del 2009 affinché l’habitat ricettivo potesse essere molto più gradevole, utile e inserito nel contesto con delle strutture donate da Livigno.

Ho notato dei lavori in corso molto interessanti che in futuro potrebbero aiutare nel discorso appena fatto ma vedremo come si svilupperanno e come saranno sfruttati.

In attesa che questo avvenga non ho bisogno di informazioni per sapere che proprio da Stiffe esiste un sentiero immerso nella natura, ovviamente non indicato, che parte proprio dal parcheggio e che in circa 1 ora e mezza con calma (circa 4 Km fra andata e ritorno) seguendo l’argine del fiume Aterno e con lo sfondo della catena del Gran Sasso D’Italia, oggi innevata, porta alla frazione di Campana e al famoso Ponte Romano.

Campana è una frazione di Fagnano Alto comune italiano di 446 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo caratterizzata da un bellissimo ponte romano del I Sec. D.C.

Questo ponte risale all’epoca dell’Imperatore Claudio il quale, oltre alle molteplici opere pubbliche, alle due vie insignite del suo nome, la Claudio Valeria e la Claudio Nova, volle aggiungere be 43 ponti sull’Aterno.

Nell’angusta Valle di Acciano, sebbene lunga soltanto 11 miglia, ne furono costruiti 12 e questo di Campana è il primo che segnava la fine della conca aquilana e faceva da porta alla Valle Subequana.

Ovviamente non è originale rispetto a quando fu costruito ma fino alla metà dell’ottocento, a distanza di 18 secoli dalla costruzione, esso, come tutti gli altri ponti, mostrava ancora la sua stabilità.

Le prime sostanziali modifiche le abbiamo avute a fine dell’800.

Attualmente il ponte ha perduto, in parte, la sua struttura originaria ma testimonia il progetto di sviluppo della viabilità a cui Roma dette impulso per promuovere contatti economici e culturali nella penisola.

Secondo Benedetto Orsatti, il ponte di Campana, “era ubicato in una posizione chiave” e la sua importanza era dovuta al fatto che permetteva di allacciare due grandi arterie viarie romane: la Claudio Nova e la Via Poplica Campana.

La prima, costruita dall’imperatore Claudio nel 47 d.C., partendo da Roma, entrava nel territorio Vestino e biforcandosi più volte, formava la “Via della media Valle dell’Aterno”.

La seconda grande via romana, la Poplica Campana dall’Altopiano delle Rocche, portava ad Alba Fucens e di lì in Campania.

Vi consiglio quindi di vivere questa bella passeggiata prima o dopo aver visitato le Grotte così da immergervi nella bellezza paesaggistica della Valle.

  Tornando a Stiffe ho cercato il momento migliore per visitarle rappresentato dalla Primavera dove con lo scioglimento delle nevi la portata dell'acqua è molto più esplosiva.

Il mio consiglio quindi è di viverle in questo periodo in quanto il fiume sotterraneo che scorre nelle sue viscere è tumultuoso, impetuoso quasi spaventoso per la forza nella realizzazione di cascate che rompono fragorosamente il silenzio iniziale.

Questo fiume parte dalla sommità della montagna inserendosi in un inghiottitoio nelle vicinanze di Terranera sull’Altopiano delle Rocche percorrendo svariati chilometri misurati grazie ad una vernice ecologica rossa che messa a monte è arrivata alle grotte in un determinato periodo di ore tanto da permettere quindi le misurazioni necessarie.

Tuttavia queste cavità sotterranee mantengono il loro fascino in tutte le stagioni sia in quella invernale dove durante la Festività del Natale viene realizzato il " Presepe in Grotta " sia in estate dove si trova ristoro alla calura estiva.

Sono un complesso di grotte carsiche situate nei pressi di Stiffefrazione del Comune di San Demetrio ne' Vestini, in provincia dell'Aquila, poche decine di abitanti nelle vicinanze del gruppo montuoso di Monte Ocre-Monte Cagno, a svariati chilometri a Sud del capoluogo e all'interno del Parco Regionale Naturale del Sirente-Velino.

Ai primi del Secolo la presenza di questo corso d’acqua sotterraneo ha dato origine al progetto di realizzazione di una centrale idroelettrica, nel 1907, per volere del Marchese Alfonso Cappelli poi nel 1956 con lo smantellamento della centrale, hanno avuto inizio le prime esplorazioni speleologiche.

Il progetto di valorizzazione turistica della grotta risale a oltre quarant’anni fa, ma solo negli anni ottanta si è provveduto alla realizzazione dello stesso, per giungere, nel 1991 alla inaugurazione.

L’imbocco della cavità per il percorso che dura circa 1 ora ed è lungo 700 metri si apre alla base di una parete rocciosa alta circa cento metri: da qui è possibile superare la briglia che chiudeva la grotta quando vi era ancora la centrale idroelettrica dove sono rimasti ancora dei pezzi e iniziare a sentire il cambio di temperatura che si asseta intorno ai 10 gradi tutto l'anno.

La sensazione più bella che ho provato è quella di ritornare bambino quando sui libri si studiavano e si vedevano per la prima volta le foto delle famose Stalattiti e Stalagmiti.

Nella vicenda della formazione delle stalattiti giocano un ruolo determinante le gocce d’acqua, come ricordano le stesse radici greche dei nomi stalattite e stalagmite (stalaktòs «gocciolante» e stàlagma «goccia»).

Goccia dopo goccia, in un processo chiamato stillicidio, si realizzano così le stalattiti che si sviluppano verso il basso (con velocità di circa 2 mm ogni dieci anni), ma crescono anche di spessore per depositi concentrici che producono forme grosso modo cilindrico-coniche.

Le stalagmiti invece si accrescono in altezza dal pavimento delle cavità carsiche verso l’alto, e si formano attraverso l’accumulo del carbonato di calcio contenuto nelle gocce d’acqua che cadono al suolo. Anche per le stalagmiti l’accrescimento avviene per stratificazioni successive di livelli, ma in genere con forme a cupola meno regolari.

Spesso accade che stalattiti e stalagmiti si fondano realizzando, a ornamento delle cavità ospitanti, spettacolari strutture colonnari.

Mi congedo facendo una considerazione personale ma sono certo vera: conoscendo la mentalità del luogo quanti potenziali visitatori così vicini fra la Valle dell’Aterno, la Valle Subequana, L’Aquila, Teramo, Avezzano si sono avvicinati ad una natura così particolare e rara per visitare queste grotte ?

 

 

 

 

 

 

Letto 2505 volte Ultima modifica il Lunedì, 01 Maggio 2017 17:16

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