Pensieri e Istantanee di Francesco Mancini

... dove un sogno è ancora libero

Domenica, 23 Aprile 2017 00:00

Progetto Alta Quota: Il Canale Maiori per il grande anello del Sirente

23 Aprile 2017 - PROGETTO ALTA QUOTA: IL CANALE MAIORI PER IL GRANDE ANELLO DEL SIRENTE - Percorsi Km 17,5 per dislivello complessivo salita di 1318m con Superboy Nicola Carusi, Supergirl Katy D'Errico ed il Grande Pietro Di Motta con Marco - Chalet del Sirente 1180m, Colle Jalone 1424m, Valle Inserrata 1600m, Canale Majori 1800, Variante a destra 2100m, Sella Maiori 2290m, Cima Monte Sirente 2348m, Cresta Ovest, Punta Macerola 2258m, Sperone Tiburtini 2128m, Costa della Valle 2083m, Balzi del Sirente 1844m, Valle di Mandria Murata 1750m, Valle del Cerasole 1600m, Le Coste 1500m, Rovere 1400m.

“ Liete campagne, dolci colli ameni, verdi prati, alte selve, erbose rive, SERRATA VALLE, ov’or soggiorna e vive chi può fare i miei dì foschi e sereni, antri d’ombre amorose e fresche pieni, ove raggio di sol non è ch’arrive, vaghi augei, chiari fiumi ed aure  estive, vezzose ninfe, Pan, fauni e sileni…” così recitava un Lirico del 500 dove SERRATA VALLE del poema riprende il nome del famoso Canale Maiori ripida salita che porta sulla Cresta del Massiccio del Sirente.

Erano anni che volevo salire proprio su questa via che con la neve diventa alpinistica soprattutto nella parte finale perché comunemente, arrivati sulla parte sommitale del canale, si prende a sinistra mentre quest’oggi si è realizzata percorrendo il canalino tutto a destra che è arrivato ad una importante seppur breve pendenza di 55 gradi.

Da tempo volevo incontrare Katy D’ERRICO, cara amica che non vedevo dall’estate scorsa, oramai sempre in montagna con l’alpinista e sci alpinista Nicola CARUSI, diventato peraltro in questo momento della sua vita anche il compagno.

I loro monti sono rappresentati dalla Majella che quest’anno gode di un innevamento eccezionale per cui, essendo sempre alla ricerca della neve, ero disposto a raggiungerli  anche da solo per rivivere in un solo giorno non solo l’ultima neve ma anche Katy e finalmente anche Nicola, cosa difficile, perché lui è prevalentemente un alpinista nudo e crudo.

Per una serie di circostanze dopo averli sentiti si decide di modificare l’itinerario, non più Majella, ma salire su questo canale che Nicola non faceva da tanti anni e che io e Katy non avevamo mai fatto.

Colgo al volo l’occasione per chiamare altre persone con cui avrei avuto il piacere di salire fra cui Pietro DI MOTTA un forte alpinista del CAI di PALESTRINA (Attivista, organizzatore e Direttore di Escursioni) che ho conosciuto da poco in occasione del mio intervento presso la loro Sezione come Componente del Consiglio Direttivo del Club 2000m.

Con Pietro è nata una sintonia immediata a ridosso di quei giorni e di quella bella serata per organizzare al meglio l'evento culturale e conviviale, come se ci fossimo conosciuti da sempre, ed eravamo rimasti d’accordo di fare almeno una salita insieme per conoscerci meglio.

Pietro è partito insieme a Marco molto bravo nonostante la giovane età di esperienza di montagna, beati loro così giovani realizzano subito salite importanti.

Non mi dilungo sul percorso effettuato che da una ricerca fatta ho scoperto sia stato effettuato per la prima volta con la neve nel 1882 tuttavia dal parcheggio (1180m) nei pressi della fonte si prende la pista che sale subito a destra del rifugio.

Dopo una prima lieve salita si giunge ad un bivio (1230m) dove occorre prendere a destra, dopo poco si arriva ad un nuovo incrocio (1260m), prendere a sinistra, dopo pochi metri, altro bivio, prendere a destra poi subito a sinistra su sentiero (1270m focalizzate sugli alberi la lettera M che sta a significare Maiori).

Da qui si sale e quindi si obliqua verso destra sempre dentro il fitto bosco di faggi fino a quota 1450m dove c'è un nuovo bivio (non molto marcato), prendere a destra quindi dopo un breve tratto, cercare di traversare verso sinistra per uscire dal bosco e raggiungere il fondo del canale che comunque si intravede fra i rami degli alberi.

Siamo a quota 1500m e devo dire che vedendo il canale che filtra tra i rami spaventa immediatamente, tanto da chiedersi se non sia troppo pendente e quindi troppo pericoloso.

Si risale il canale che, verso la fine obliqua verso sinistra e termina su una sella che divide la Valle Inserrata con la Valle Lupara (2280m). Da qui se si vuole raggiungere la cima si segue il crinale che sale verso destra (2348m) con un tempo complessivo che varia fra le 3 e le 4 ore totali di salita.

Questo è l'itinerario classico anche se noi abbiamo fatto la variante tutta a destra più ripida, tanto che il mio compagno di cordata Pietro DI MOTTA (di molto più bravo ed esperto di me tanto da avere realizzato anche un bellissimo video della salita che potrete trovare sulla voce VIDEO) mi ha prestato la sua seconda piccozza.

Da una lunga e faticosa ricerca ho provato a capire qualcosa di più su questo Canale Maiori da un punto di vista storico e culturale: grazie alla mia amica dell’Aquila Sara CHIARANZELLI ed il suo Blog “ NATURA GREZZA “ sono venuto a sapere che secondo un profondo conoscitore locale tale nome probabilmente è sorto dalla evoluzione linguistica di Majore cioè MAGGIORE (nome riportato in alcune mappe cartografiche) e la VALLE INSERRATA è proprio il canale più grande del Sirente.

Il Monte Sirente è la cima più alta (2349 m s.l.m.) di un gruppo montuoso dell'Appennino abruzzese,  compreso a sua volta nella catena del Sirente-Velino, quarta per altezza dell'Appennino continentale, e nell'omonimo Parco regionale naturale del Sirente - Velino.

Ricade prevalentemente nei comuni di Secinaro, Rocca di Mezzo, Ovindoli e Aielli.

Si estende per circa 13 km da nord-ovest a sud-est nel centro della regione Abruzzo e posizionata fra l'Altopiano delle Rocche a nord-ovest (Rovere, frazione di Rocca di Mezzo), la Marsica a sud-ovest, la Valle Peligna a sud e la Valle Subequana a nord-est fino al Monte S. Nicola rapidamente digradante verso la piana del Fucino e il valico di Forca Caruso (fra Aielli e Collarmele).

 L'intero gruppo montuoso, comprendente anche il Monte Serra di Celano (o Monte Tino, 1955 m) ed il Monte Etra (1818m) avendo un perimetro di circa 60 Km.

Nel versante nord la catena di tipo dolomitico digrada a valle ripidamente attraverso forre e canaloni scoscesi che scendono fino alla grande fascia boschiva di faggio che copre a nord la montagna fino ai sottostanti Prati del Sirente.

Le profonde gole nella parete nord sono state determinate dall'azione dei ghiacciai dell'ultima glaciazione pleistocenica.

Le pareti mostrano l'erosione derivanti da agenti atmosferici, mentre le guglie ed i torrioni, di materiale più duro, resistono maggiormente all'erosione.

Il lato Sud della catena invece digrada più dolcemente verso la piana del Fucino (depressione dove aveva sede il Lago del Fucino) attraverso una serie di prati e di gobbe, privi in maggior parte di alberi, ma ricchi di erba da pascolo e di fieno di montagna.

Fanno eccezione le Gole di Celano sul versante sud del monte Serra di Celano compreso anch'esso nel massiccio.

Sulle pendici del massiccio nel versante a Nord è stato individuato recentemente, da un gruppo di geologi italiani e svedesi, un probabile cratere da impatto generato da un meteorite caduto approssimativamente 1.500 anni fa. Il cratere, largo circa 140 metri, è oggi un laghetto, ed è l'unico (dei 155 finora localizzati) ad essere stato rinvenuto nel territorio italiano.

La visuale dalla vetta spazia su tutti i principali gruppi montuosi dell'Appennino Abruzzese e Laziale: dal Velino, al Gran Sasso, alla Majella, ai Monti Marsicani, i Monti Ernici, i Monti Cantari e i Monti  Carseolani.

Una salita alpinistica ed una discesa tipicamente Appenninistica per aver percorso per intero la lunghissima Cresta che ci ha permesso di toccare le successive Cime che si incontrano nel lungo cammino quali Punta Macerola (2258m) e Sperone Tiburtini (2128m) fino a Rovere con un tempo che può variare fra le 4 e le 5 ore di cammino.

Saluto ringraziando tutti i miei compagni di ascesa.

Katy D’ERRICO per aver fortissimamente voluto presenziare, nonostante gli importanti impegni familiari; sono felice di averla rivista dopo tanto tempo perchè con Lei mi legano delle importanti e sentite esperienze di montagna e di vita.

Nicola CARUSI per averci guidato su queste montagne che noi conosciamo bene ma dove lui invece è di casa essendo di Avezzano infatti ne conosce ogni anfratto e soprattutto ho potuto constatare dal vivo la sua incredibile forza fisica. Praticamente dove io salivo con fatica per lui era una semplice passeggiata come un alpinista di lungo corso nonostante la sua giovanissima età di soli 31 anni.

Pietro DI MOTTA alpinista molto più Nordico che d’Appennino (sono infatti tantissime le sue salite importanti oltre i 4000m), si caratterizza dal fatto che sa apprezzare con una semplicità e bellezza d’animo anche il nostro Appennino più vero.

Sono certo che con Pietro, anche se i rispettivi impegni di montagna non permetteranno di frequentarci come vorremmo, saliremo sempre insieme anche solo spiritualmente, perché i nostri caratteri ed il modo di vivere questo ambiente ed i rapporti umani è fortissimamente univoco.

Grazie ancora Pietro per tutte le attenzioni personali, fotografiche e video che mi hai riservato durante la nostra ascesa.

A Marco POCHESCI i miei complimenti più veri perchè ha un grande futuro di montagna di fronte a se.

Letto 3092 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Aprile 2017 07:47

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