Pensieri e Istantanee di Francesco Mancini

... dove un sogno è ancora libero

Martedì, 18 Aprile 2017 00:00

E fu montagna con Gemma CERINI e Roberta CAPANNOLO: L'anello sul Monte Etra del Sirente

18 Aprile 2017 - E FU MONTAGNA CON GEMMA CERINI E ROBERTA CAPANNOLO con la partecipazione straordinaria di PASQUALINO DE MICHELIS per L'ANELLO SUL MONTE ETRA DEL SIRENTE - Percorsi Km 15 per dislivello salita di 600m - Ponticello Val D'Arano 1336m, Pendici Monte della Revecena 1480m, Bocchetta di Prato di Popoli 1570m, attacco Sentiero 13A 1607m, Monte Savina 1760m, Cima Monte Etra 1818m, Cresta Sud 1650m, Deviazione ritorno Sentiero 12A Prato di Cerro 1410m, Fonte Val D'Arano 1335m, Ponticello Val D'Arano 1336m.

 Era il 6 Novembre 2015 quando per una solitaria in direzione Sperone Tiburtini dall’unico versante che mi mancava per salire sul Massiccio del Sirente cioè la Val D’Arano, dopo essere salito sia da Rovere sia da Gagliano Aterno sia dalla Val Lupara, notai questa montagna che con la sua lunga cresta si ergeva sopra le Gole di Celano.

Quando la Grande Appenninista Gemma CERINI mi ha proposto questa Ascesa come occasione per vederci e salire in montagna insieme, visto che peraltro il meteo a mezza giornata si sarebbe guastato notevolmente, non potevo avere una occasione migliore.

Finalmente avevo l’opportunità di vivere intensamente, come solo la montagna sa offrire, 2 persone con cui da tanto tempo si cercava di organizzare insieme ma che per colpa dei tanti impegni del sottoscritto non si riusciva mai a realizzare.

La fortissima Gemma CERINI e la Sua compagna di avventure fresca montanara ma che, con il suo entusiasmo ha già tagliato tanti traguardi importanti, Roberta CAPANNOLO (entrambe dell’AQUILA) aspettavano da tempo questa data.

Avevamo fissato questo giorno addirittura dalle Feste Natalizie insieme al caro Pasqualino DE MICHELIS grande montanaro marsicano che solitamente vive la montagna ad alti livelli nella Sua zona del Velino.

Sono veramente felice di rendere omaggio con questo articolo a Gemma CERINI che pochi conoscono perché, non essendo Social, non pubblicizza la Sua grandissima attività montanara svolta da decenni e decenni, peraltro tante volte in solitaria.

Questo la dice lunga sulle Sue capacità che Le hanno permesso di raggiungere ad oggi la bellezza di 240 Cime di tutto l’Appennino da Nord a Sud dell’Italia.

Ho conosciuto Gemma in occasione della mia organizzazione della Serata Sociale del Club 2000m di Rieti del 12 Dicembre 2015 anche se erano presenti così tante persone che non c'è stato modo di parlarsi con calma.

Credo sia molto bello riproporre il Suo esordio che fa capire molto della persona sia nei confronti dei rapporti umani che per i pensieri nei confronti della montagna :

“ Ciao Francesco, sono Gemma, leggo sempre le Tue news, ogni volta che mi arrivano, e immagino quanto impegno e quanta disponibilità tu possa dedicare a quanto riguarda il Club 2000m…si avverte, comunque, che ciò che fai, sa di sincerità e di passione...

La curiosità per la montagna nel linguaggio educativo - didattico, al quale sono abituata, visto che sono insegnante di scuola dell'infanzia, ha un significato molto profondo: consiste nella motivazione, che spinge il bambino a conoscere ciò che lo circonda, e a scoprire ciò che non conosce, lo muove verso l'apprendimento e così, nella meravigliosa, ma anche faticosa, crescita personale.

Curiosità, motivazione, conoscenza, scoperta, apprendimento, fatica, meraviglia...non è un pò quello che viviamo, quando ci troviamo a salire sulle montagne che amiamo tanto? “

Questo mi ha fatto da subito entrare in sintonia con Gemma tanto da iniziare a scriverci tantissimo in questi 16 mesi. 

Il nostro confronto epistolare non si è svolto solo su discorsi legati alla condivisione di notizie di montagna ma è sceso molto più profondamente su aspetti spirituali e personali che coinvolgono molti di noi nel corso di tutto ciò che ruota intorno alla montagna stessa.

Gemma CERINI ha trasformato in forza fisica e personale tutte le difficoltà che alcuni di Noi incontrano nel cammino della vita regalando ai pochi che la conoscono le doti di sensibilità e di delicatezza che la contraddistinguono.

Grazie a Gemma ho conosciuto nell’ultimo periodo Roberta CAPANNOLO una grande sportiva che sale in montagna come una “ Camoscia d’Abruzzo” visto che in pochissimo tempo ha salito talmente tante montagne da arrivare ad oggi alla bellezza di 146 Cime.

Roberta l’ho conosciuta nell'Agosto del 2016 in occasione di una Pizza fra gente di montagna che ho organizzato proprio nella zona dell’Aquila e da quel giorno non è mai mancato un Suo Buongiorno Whatsappato.

 Con quel  carattere così estroverso e brioso mi ha fatto vivere le Sue giornate così piene di vita che quotidianamente riempie non solo per se stessa, con la Sua corsa di allenamento, ma anche lavoro, famiglia, allargata anche da tanti piccole e grandi bestioline oltre ovviamente alla montagna  settimanale ma anche di più.

Ringrazio quindi Roberta per avermi considerato una persona così importante per il suo mondo ma proprio per questo motivo mi permetto di darle un consiglio che sono certo  perdonerà nella mia franchezza.

Come “ Esploratore di Terre e di anime “ (come recita la Homepage del mio Blog)  l’avverto che non è tutto oro quello che luccica in montagna soprattutto nei rapporti umani, motivo per cui essendo Roberta piena di entusiasmo ed  avendo io preso delle delusioni in passato, vorrei che non vivesse le mie stesse situazioni anche se Roberta è una ragazza molto navigata.

Il Monte Etra (1.818 m), che insieme con un gruppo di monti di 1.500-1.800 metri di quota (M. della Revecena, M. Savina, M. Secino), è l’ultimo contrafforte occidentale del gruppo, forma un allineamento montuoso di orientamento nord-sud, che è delimitato dal Vallone dei Curti a nord, verso Ovindoli, mentre verso occidente scende nella Valle d’Arano, e quindi nel canyon delle Gole di Celano.

Uscendo da Ovindoli in direzione Rocca di Mezzo si incrocia subito una strada asfaltata che va a destra, verso una pineta e alcuni maneggi che addentrandosi verso la Valle d'Arano termina.

 Si prende la sterrata di sinistra che però dopo non molto è stata invasa da una slavina di grosse dimensioni che ha portato via tutto come si evince dalle mie foto.

Dopo un paio di tornanti si raggiunge la bocchetta dei Prati del Popolo (1607 m), da dove si scorgono i Prati di S. Maria di Aielli in basso,a destra si prende subito la cresta rocciosa seguendo i segnavia.

Lungo il percorso si alternano tratti di bosco e piccole radure ed è possibile ammirare le Gole di Celano, la Serra dei Curti, la Serra di Celano detta anche IL TINO e tutto il massiccio del Sirente con le sue varie Cime.

Il bosco termina prima di raggiungere Monte Etra, la cui sommità è caratterizzata da una grossa croce metallica  e da qui si ammira la parte più bella di tutta la zona motivo per cui questa Cima è assolutamente da fare.

A sinistra in lontananza le famose pale eoliche con lo sfondo della Majella,  Aielli, proprio di fronte il Monte Secine famoso perché da studi fatti da Giancarlo Sociali ci sono i resti del vicus italico-romano di Caelum o Caelanum, un villaggio marso sorto nel III secolo a.C., con continuità abitativa fino al termine del mondo antico e con tracce di frequentazione altomedievale almeno fino al IX secolo d.C.

Il villaggio infatti  si estendeva anche nella località “Reniccia” lungo una antica strada che metteva in comunicazione con il “Monte Secino” o “Monte Secine”. Questo villaggio era infatti un centro fortificato marso dell’età del ferro su sommità montana riutilizzato nel medioevo come fortezza e si collegava con la “Via romana” che sovrasta le Gole di Aielli-Celano e che noi percorreremo proprio per il sentiero del ritorno.

Ed infine sulla destra l’immensa piana del Fucino che sembra non finire mai.

  Si scenderà  poi per la cresta opposta, inizialmente molto ripida, in direzione del pianoro che separa l’Etra dal Monte Secine, e alla fine sulla destra l’antico tratturo romano che metteva in comunicazione (quando il Fucino era ancora uno dei più grandi laghi d’Italia) la via Valeria con la Valle dell’Aterno, seguendolo per un lungo tratto, fino alla Fonte d’Arano, poco distante dal punto di partenza.

Oramai le nuvole piene d’acqua si stanno scaricando dove noi siamo passati rendendo le loro alture non più visibili ai nostri occhi che già camminano sulla valle, bagnati anch’essi dalla pioggia che non sentiamo più, perché contenti di esser riusciti finalmente a vederci per salire insieme sulle nostre amate montagne.

Letto 2543 volte Ultima modifica il Venerdì, 21 Aprile 2017 14:16

Galleria immagini

Devi effettuare il login per inviare commenti